Sono passati 12 anni da questa fotografia…

E in questo periodo storico, nel suo paese dove vive
Si sta combattendo una Guerra, senza senso se ci penso bene.

Ora lascia che ti racconti cosa può fare un’immagine

Come detto in precedenza da questa immagine che vedrai in coda a questo articolo
sono passati molti anni e dalla sua visita.

Visita da parte di chi ti starai chiedendo?

Seguimi ora te lo racconto

Nell’estate del 2009 e nella seguente stagione nel 2010
La mia famiglia decise di ospitare, tramite una Onlus locale del paese in cui viviamo,
i bambini arrivati dall’Ucraina.

Ricordo il periodo molto bene, ero un ragazzino,
in attesa di diventare Zio per la prima volta.

Starai pensando che cosa c’entra tutto ciò?

L’azione solidale di ospitare qualcuno,
in questo caso i bambini che arrivavano in terra sconosciuta per la prima volta e
senza la compagnia dei propri genitori, non è semplice.

In più si aggiungeva  per noi famiglia, l’opportunità di fare un po’ di sana “palestra”
per l’atteso arrivo delle future e futuri Nipoti che in quegli anni ancora dovevano nascere.

Alla mia famiglia venne data in affido una bimba,
che arrivò accompagnata dalla sorella più piccola, divise in questo caso per essere ospitate da due
famiglie.

I bimbi ospitati dall’Ucraina si ritrovavano durante il giorno nell’oratorio del paese per giocare
e per condividere assieme ai bimbi Italiani, tra sole e tanto divertimento e con un pizzico di
spensieratezza.

Io all’epoca vivevo ancora a casa con i miei genitori e ricordavo bene quella bimba.

Il suo nome era Anna (nella sua lingua pronunciato Anya)
Non parlava molto, del resto non conosceva la nostra lingua e noi non conoscevamo la sua,
era sempre un capirsi da gesti ed espressioni.

Aveva due occhi azzurrissimi, color neve, come quella che si forma spesso a Kiev sua città natale.

Timida come qualsiasi bimba e bimbo della sua età (non ricordo bene quanti anni avesse all’epoca).

Il particolare di Anna, oltre il colore degli occhi, era una frangetta e un mento leggermente squadrato.

A distanza di anni ricordavo ancora questa fisionomia del suo volto.

Quando arrivò a casa nostra, non aveva nulla se non uno zainetto e un completino (maglietta e pantaloni) estivo, la cosa buffa se vogliamo, non sembrava una bambina che aveva appena
percorso 1.700 km in pullman per arrivare in provincia di Milano.

Ricordo alcuni pomeriggi, mentre disegnava nella camera di mio fratello, non abitava più con noi da qualche anno, e fu destinata ad Anna per il periodo estivo.

Ero solito a fare incursioni quando colorava, con qualche telefono o giocattolo tecnologico,

e l’unica cosa  che mi rimane in testa ancora oggi è questo :

Il suo Volto di stupore, quello di chi era abituato a vivere nella maniera più semplice possibile,
e che probabilmente non aveva mai visto prima d’ora qualcosa del genere.

Incredibile!

Vedere questo tipo di emozione e reazione, per uno come il sottoscritto che effettivamente
poteva reputarsi fortunato perché non gli è mancato mai niente nella propria adolescenza.

Passate le settimane estive, arrivò il momento di ripartire per Anna e tornare a casa.

Prima di lasciarci, nel 2010 portò con se questo piccolo portachiavi con la fotografia del suo volto
come gesto di gratitudine nei nostri confronti e come regalo di arrivederci.

Era per come lo interpreto alla mia maniera un “ricordatevi di me”.

Il Ritratto Fotografico ha questa funzione solitamente,
di generare il ricordo nel tempo di chi viene Ritratto in quel momento.

Da lì in poi, di Anna, a parte la fotografia, non avevamo più sue notizie.

Oggi nel 2022

Sono passati 12 anni

E dopo due anni annullati dalla Pandemia si va ad aggiungere un’altra drammatica situazione
La Guerra in Ucrania.

Con grande apprensione e preoccupazione,
Mia madre e mio padre recuperano e mi mostrano quel portachiavi.

Andando ad esporlo quasi come se fosse un Santino, davanti al mobile del camino,
dove di solito stanno le fotografie di infanzia mie e di mio fratello,
o nell’ipotesi più malinconica, le fotografie di chi non c’è più della nostra famiglia.

In questi momenti,

Nei volti della mia famiglia ho percepito tristezza, sgomento e preoccupazione.

Le notizie dei bombardamenti fanno da eco tutti i giorni.

Unica cosa che si poteva fare, era provare a contattare chi lavorava per l’ente
che aveva portato Anna e sua sorella Julia in Italia, ma a parte i recapiti locali dell’epoca,
dell’ente locale non rimaneva più nulla.

Da qualche anno non erano più operativi.

Di Anna rimaneva il suo numero di documento registrato nel 2009 e la sua data:
nata nel mese di Novembre.

Ho iniziato a riflettere con quei pochi dati che avevo Nome e Cognome che ricordavo,
il suo Ritratto di 12 anni prima e nulla di più

Provai a cercarla sui Social principali tipo Facebook in italiano e nella sua lingua, ma nulla.

(Grazie alla tecnologia di oggi con il traduttore si riesce a superare alcuni limiti).

Trovai un profilo, non utilizzato,
e senza conferme mi fermai a queste ricerche.

Mi domandavo :
E’ viva ancora? sarà lei?
In mezzo a molti profili era difficile identificarla.

La svolta è arrivata dopo due mesi di mie ricerche e insistenza.

Osservavo quel visino sulla foto tessera (per rendere l’idea del formato)

Mi dirai “ci sono i social oggi, che fatica hai fatto?”
“Non è difficile!”

Ti posso assicurare che non è  stato così semplice.

Che è merito di quel Ritratto
Il colore degli occhi, la forma del naso, la forma del mento, le fossette, la frangia.

Ogni analisi fatta su quella fotografia mi ha permesso di trovare le somiglianze.

Questo mi ha aiutato a ritrovare Anna.

Riflettendo in maniera più mirata ho deciso di aprire quel social che spopola oggi
tra i ragazzi di tutto il mondo :

Tik Tok
(personalmente non amo, per via del tempo che si spende sopra).

Inserendo il nome nella sua lingua originaria, mi si è aperto il suo profilo.

Era lei, era viva!

Aveva pubblicato da poco alcuni video, uno dei più recenti,
raccontava di lei in mezzo delle macerie di case nelle vicinanze bombardate di recente.

Senza esitazione le ho scritto sotto un suo video nella sua lingua dicevo:

“Ciao siamo la famiglia che ti ha ospitato nel 2009 e 2010 in Italia,
se sei tu e ti ricordi di noi, mettiti in contatto”.

Nel giro di qualche ora Anna mi ha aggiunto ai suoi profili social
mostrai a  lei come testimonianza
la fotografia che aveva regalato alla mia famiglia nel 2010.

Quasi incredula di questa cosa, confermò la sua identità.

Ho percepito la sua felicità nel aver ritrovato quel ricordo,
dei momenti vissuti assieme, e di aver trovato un aiuto
in questo momento di difficoltà che sta vivendo Lei e la sua Nazione.

Avevo i brividi addosso dall’emozione…

Così inizia a raccontarmi cosa ci siamo persi di questi ultimi anni senza sue notizie:

Anna oggi ha più di 20 anni, studia all’università per specializzarsi,
anche se in questo momento è tutto fermo.
Aveva anche un lavoro, che ora sta cercando di nuovo anche se la situazione non lo permette.

Ha deciso di rimanere nella sua Kiev, di non fuggire come profugo, con la determinazione
e la grande speranza che tutto ciò abbia fine al più presto possibile.

Davvero c’è bisogno di aiuto, e per quello che potevo ho dato lei una mano.

Tutto questo per dire che…

Il Potere della Fotografia, del Ritratto in questo caso, è stato di aiuto a me alla mia famiglia,
e ad Anna per ritrovarla in mezzo a migliaia di persone dopo 12 anni, in un periodo storico sfavorevole.

E se ci pensi è fantastico!

Ora posso dire che siamo in contatto con Anna e il nostro augurio è che quello che sta accadendo possa avere fine il prima possibile.

Con la promessa di rivederci e riabbracciarci
e perché no

Di coronare l’evento, con il Ritratto del suo Volto Innocente
Salvo
Dall’egoismo umano che compie azioni
Che non meritano nessun aggettivo o parole per essere descritti.

Concludo così senza citazioni o grandi ragionamenti.

Grazie per aver letto questo che è tratto da una storia vera.

Un abbraccio 

Niccolò
(qui sotto la fotografia che mi ha permesso di ritrovare Anna).