RITRATTO A CARLO VERDONE

Quando da ragazzino iniziai uno dei primi lavori, in un call center, ogni tanto per sopperire i tanti no e telefoni sbattuti in faccia, cercavo di far uscire la mia vena artistica delle imitazioni.

Nel momento in cui a rispondere al telefono di casa erano bimbi piccoli, tentavo di portare loro un sorriso e sicuramente tra le imitazioni che ancora oggi a stento rispolvero è Mimmo il personaggio simbolo presente in Bianco Rosso e Verdone. Con quella voce roca e acuta rispondeva alla nonna con aria disorientata alle risposte date con la domanda “In che senso?!”.

Mai avrei pensato e immaginato quasi vent’anni dopo di sentirmi dire “Dovrai ritrarre Carlo Verdone”. “In che senso?!” forse era la domanda che inizialmente il mio subconscio ha esclamato.

Entro nella stanza e le persone con lui mi chiedono una foto in stile album di famiglia quelle che per me hanno sì valore ma non lasciano una connessione. Esco con le mani sudate e un po’ frastornato. Poi però ho fatto marcia indietro, ho guardato la sua portavoce e ho espresso con gentilezza la mia intenzione migliore nel fare un ritratto se lui fosse stato d’accordo.
Così qui sotto in fondo a questo post ci sono i ritratti fatti da me a lui direttamente. Nella stanza entrava una luce morbida naturale da due ampie finestre della stanza.

E in comune accordo perché detto da un professionista come lui con tono di interesse di chi ne sa: “Per fare un ritratto ci vuole lo sfondo!” Gestire le proprie emozioni in queste occasioni è fondamentale e posso garantire che le mani mi sudavano e parecchio.
Ringrazio lui per la sua disponibilità e ringrazio quel ragazzino dentro me ancora dopo 18 anni che è uscito con tenacia e divertimento nel voler superare il proprio limite.

Le cose accadono a noi solo se noi stessi le facciamo accadere.

Niccolò

 

P.S.: se ti piace il ritratto fotografico puoi vedere altri ritratti sul sito www.niccolozorza.com

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